TIPOGRAFIA POLIGLOTTA

Typographiae

I particolari relativi all'istituzione della Tipografia Poliglotta sono visibili negli atti della Congregazione generale tenutasi il 3 giugno 1626. Proprio in quello stesso anno, l’imperatore Ferdinando II donò a Propaganda Fide “i caratteri illirici di S. Girolamo e di S.Cirillo”, cioè glagolitici occidentali e cirillici, rispettivamente. Con questi caratteri, arrivati dall’Austria a Roma via Ancona, e con l’aggiunta di altri caratteri greci e latini trovati a Roma, Giovanni Bandini e Francesco Paolini, correttori della Stamperia Camerale, iniziarono i lavori della Stamperia di Propaganda. Opera ritenuta in grande considerazione fin dal principio, la nuova tipografia faceva capo alla Prefettura della Stampa, il cui primo prefetto fu il Card. Guido Bentivoglio. Più tardi fu aggiunta una prefettura responsabile per la correzione dei libri delle chiese orientali.
 
La creazione di una tipografia a servizio della propagazione della Fede fu ritenuta così necessaria che seguì poco dopo l’istituzione della Congregazione De Propaganda Fide, precedendo, persino, quella del Collegio Urbano, prima sede dell’Università, fondata da Urbano VIII nel 1627.
 
Il primo volume stampato fu probabilmente una versione greca della Guía de pecadores del frate domenicano Luigi da Granada, scritta nel 1588, al quale seguirono opere di grammatica, di diritto, di controversie e di spiritualità, tutte finalizzate al servizio dei missionari dell’Oriente.

Il primo catalogo, uscito nel 1639, conteneva i titoli stampati già dal 1628, mentre già il secondo catalogo della Stamperia di Propaganda, apparso nel 1667, costituisce uno splendido esempio per suo vigore missionario e perizia tecnica.
Ideato dal greco Leo Allatius, il catalogo presentava eccellenti opere a servizio dei missionari, come quelle del maronita Abraham Ecchellensis (1600-1664), dello stesso Allatius, del Card. Bona, dei missionari carmelitani scalzi, compilate in varie lingue occidentali e orientali.

Tra le tante importanti opere pubblicate dalla Stamperia, bisogna accennare alla prima edizione completa dell’intera Bibbia in arabo, edita nel 1671, della quale si conserva la matrice xilografica utilizzata per stampare l’incipit della Prima Lettera ai Corinzi.
Quando il quinto catalogo vide la luce nel 1761, curato da Costantino Ruggeri, la tecnica tipografica aveva raggiunto livelli altissimi. La Stamperia di Propaganda appariva ormai consolidata. Soprintendeva allora ai lavori tipografici l’eccellente Agostino Rufo di Verona, mentre il giovane Giambattista Bodoni (Saluzzo 1740 - Parma 1813) vi prestava i primi anni di servizio come apprendista.
Giunto a Roma nel 1758, Bodoni esercitò la sua arte tipografica nella Stamperia di Propaganda fino al 1767, anno in cui si trasferì alla Corte Ducale di Parma, divenendo ben presto il “tipografo dei re” di tutta Europa, senza peraltro tagliare i legami con la Stamperia di Propaganda.
Nonostante il saccheggio subito durante la Rivoluzione Francese, la Stamperia si riprese ben presto e la sua opera missionaria fu preziosa per tutto il secolo XIX.
Nel 1909 i suoi Acta Sanctae Sedis prepararono la via agli Acta Apostolicae Sedis ed in quello stesso anno, sempre a servizio della Santa Sede, la Stamperia di De Propaganda Fide venne incorporata nell’attuale Tipografia Poliglotta Vaticana.

Tipografia Poliglotta

Incipit Prima Lettera ai Corinzi (Bibbia in arabo 1671)


Matrice xilografica Bibbia in arabo (1671) Matrice xilografica Bibbia in arabo (1671)

Incisione Tipografia Poliglotta Incisione Tipografia Poliglotta

Scatola in legno con caratteri cinesi in piombo Scatola in legno con caratteri cinesi in piombo